Ci sono un’illustratrice, una divulgatrice e un bibliotecario che insieme hanno realizzato un progetto fotografico che mescola narrazione, immagine dal vero e illustrazione. Milano Fotopoetica è un viaggio immaginario attraverso le strade di Milano: alle fotografie di Giuseppe Bartorilla si sovrappongono le illustrazioni di Caterina Giorgetti che si completano con le didascalie poetiche di Monica Marelli. Una narrazione che si stratifica su un’unica, solida base: la fantasia, intesa in questo caso come la capacità di dare spazio nella realtà alla poesia e all’immaginazione.
An illustrator, a disseminator and a librarian have worked together to create a photographic project that mixes narration, real life images and illustration. Milan Photopoetics is an imaginary journey through the streets of Milan: Giuseppe Bartorilla’s photographs are superimposed on Caterina Giorgetti’s illustrations which are completed by Monica Marelli’s poetic captions. A narrative that stratifies into a single, solid base: imagination, understood in this case as the ability to give space to poetry and imagination in the real world.
Monica Marelli
Monica è nata a Milano e all’età di due anni sviluppa una dipendenza insanabile per i gatti: “colpa” della nonna, con cui vivrà, che le regala un micio di pezza verde e arancione. Arrivano gli Anni Settanta, Monica abita a Milano in una periferia privati verde e non ci sono molte occasioni per stare fuori a giocare, complice non ultimo il piombo voltane di quel periodo. Così la bambina inizia a passare le ore in casa disegnando (soprattutto paperi della rinomata ditta Walt Disney). Passa il tempo e Monica diventa una grandissima appassionata di fantascienza: rimane folgorata dalle avventure di Star Trek, diventa quella che oggi viene definito “nerd”. Nerd sì ma con la laurea: decide infatti che la fisica è l’unica risposta. E dato che durante la stesura delle tesi si accorge quanto sia divertente fare ricerca e scrivere, decide che il lavoro sarà quello della divulgatrice scientifica. Professione che viene trasformata anche in giornalista freelance, nel campo della salute, alimentazione, benessere animale e scienza cosmetica. Scrive diversi libri di pop science, per bambini e adulti (La fisica del Miao, Cosa c’è nel mio cibo, e altri). Oggi, a causa della crisi del mondo dell’editoria, è stata costretta a lasciare la professione e dopo un lungo e doloroso percorso di cambiamento, ha scoperto di poter affidarsi a un piano B: l’arte. Disegna gatti e altro, che vende attraverso i canali social. come dire: è tornata la bambina ma con una consapevolezza da adulta.
Caterina Giorgetti
Caterina è nata a Milano nel ’74, nella stagione in cui questa città è più bella: l’autunno. Il Parchi della città, e i laghi lombardi, i disegni di Leonardo visti in mostra, i fumetti di Walt Disney e i cartoni animati giapponesi, i libri illustrati degli anni ’70 e ’80 e il cinema sono le sue passioni. Gli studi la portano a 13 anni alla scuola del fumetto ma ne dimostra 11 e fugge presto verso un più rassicurante liceo artistico. Lì sviluppa un romanticismo anacronistico ed estremista che si traduce in metri cubi di carta illustrata. L’appuntamento è solo rimandato. Dopo aver studiato affresco ed essersi diplomata in illustrazione alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco approderà alla Disney, dove non solo disegnerà fumetti ma avrà la possibilità di cimentarsi in restyling di magazine, character design e ricerche artistiche per la creazione di nuovi prodotti editoriali. Grazie ad un laboratorio di disegno conosce Giuseppe Bartorilla e grazie a Rizzoli nel 2011 inizia la collaborazione con Monica Marelli, illustrando diversi suoi libri. Ha due bambini che spesso coinvolge nei laboratori e ai quali vorrebbe dare sempre più di ciò che ha, e un uomo paziente accanto. Ha collaborato con De Agostini, Mondadori, Harper Collins, RCS, con qualche incursione nel mondo dell’animazione per serie quali Spike Team e FreeJ per gli Emirati Arabi. Illustra per Dami e Piemme e dal 2004 insegna alla Scuola D’Arte del Castello Sforzesco di Milano.
Giuseppe Bartorilla
Giuseppe è nato a Milano in Darsena quando questa era ancora periferia di migranti. Ma poi la Darsena è diventata Centro e allora ha pensato bene di spostarsi verso altre periferie, finendo a Rozzano. E’ bibliotecario per caso in un vecchio mulino e non-fotografo per vocazione, probabilmente da quella volta che gli capitò in mano la vecchia Comet di sua mamma (ma non è che ne siamo proprio certi). Non è un gran che come inizio, ma questo per spiegarvi perchè a volte parte dalla sua strana biblioteca per ragazzi alla ricerca di storie e sogni, tra montagne, libri per bambini e ragazzi, fumetti, musica, cinema. E dopo averne fatto incetta gli capita persino di sentire l’esigenza di mettere in fila tutte le tracce dei mondi incrociati e narrarle, cercando segni adeguati per tradurre e organizzare il suo confuso immaginario, e metterlo a disposizione di chi, per caso o di sua sponte, incontrerà i suoi (im)possibili universi. Partendo quindi dal suo atavico bisogno di narrazioni ha scritto libri sulle biblioteche e inventato giochi in scatola, provando nel contempo a declinare ricerca e sguardi sul rapporto tra immagine fotografica, illustrazione e parola, anche attraverso percorsi progettuali crossmediali con i ragazzi. E tra i suoi progetti in progress ci sono oltre a Milano Fotopoetica La Lettura Immagin(ata) e i Sogni di Pietra, che raccolgono paradigmaticamente i segni del suo personale sguardo sul mondo.